Nuovo trucco dei ladri in Italia: qual è la tecnica del 14 e perché 30 secondi fanno la differenza?

Nuovo trucco dei ladri in Italia: qual è la tecnica del 14 e perché 30 secondi fanno la differenza?

Lorenzo Fogli

Dicembre 3, 2025

Un semplice bussare alla porta può trasformarsi in un controllo circospetto: la scena si ripete in condomini e case singole, spesso nelle ore del primo pomeriggio, quando molte persone hanno lasciato la casa per impegni quotidiani. Basta un colpo secco sul legno e chi bussa ascolta la reazione, pone domande banali e lascia piccoli indizi che servono a decidere se tornare più tardi per un colpo. In molte città italiane questa modalità è stata segnalata da residenti e tecnici della sicurezza come una tattica di ricognizione sempre più diffusa. Un dettaglio che molti sottovalutano: non è il furto improvvisato, ma una forma di social engineering che punta su una risposta umana e sulla fiducia di chi apre la porta.

Perché i ladri bussano alle 14

La scelta dell’orario non è casuale: il primo pomeriggio, intorno alle 14, è un momento in cui molte persone sono fuori per commissioni, lavoro o visite mediche, mentre altre sono appena rientrate e sono più propense a rispondere alla porta. Chi mette in atto la tecnica studia il ritmo della giornata e sfrutta la routine per avere informazioni immediate. Con pochi secondi di conversazione il malintenzionato cerca di capire se in casa ci sono persone anziane, se vivono famiglie numerose o se ci sono animali domestici che potrebbero insospettire.

Nuovo trucco dei ladri in Italia: qual è la tecnica del 14 e perché 30 secondi fanno la differenza?
Nuovo trucco dei ladri in Italia: qual è la tecnica del 14 e perché 30 secondi fanno la differenza? – pardalia.it

Aprire la porta e intrattenersi produce segnali utili: l’aspetto della persona che risponde, la voce, la presenza di bambini o di un caregiver, la visibilità di segnali di sicurezza come telecamere o citofoni esterni. Tutto questo è materiale per una successiva incursione. Gli autori di queste visite spesso usano pretesti banali — un controllo, una consegna inesistente, un’indagine di quartiere — per prolungare il dialogo e raccogliere dati sulla porta d’ingresso o sul sistema di apertura. In diverse città italiane le forze dell’ordine hanno osservato un aumento di tentativi di questo tipo: non si tratta di un rumor isolato ma di un modello replicabile, facile da eseguire e poco costoso per i malintenzionati.

Un aspetto che sfugge a chi vive in città: la tecnica non richiede strumenti sofisticati, ma una buona capacità di osservazione e calma. Per questo le autorità invitano a considerare questi colpi di mano come una fase preliminare di un reato più complesso.

Come difendersi e cosa fare nei 30 secondi

Se senti bussare intorno alle 14 o in altri momenti sospetti, la regola d’oro è semplice: non aprire senza aver verificato chi sia dall’altro lato. Controllare con lo spioncino o attraverso il videocitofono è il primo passo. Se non possiedi questi dispositivi, parla attraverso la porta chiusa e chiedi il motivo della visita; spesso una scusa vaga è indice di malintenzionati. Un dettaglio che molti sottovalutano: anche la voce può tradire un’azione fraudolenta, quindi prendersi qualche secondo in più per verificare è utile.

Hai solo pochi istanti per reagire: se apri, non fornire informazioni sulla presenza di altre persone o sull’orario di rientro. Evita di far entrare l’interlocutore e non mostrargli alcun documento o riferimento che possa confermare abitudini domestiche. Se la risposta è confusa o la richiesta è generica, chiama immediatamente la polizia o i servizi di sicurezza locali; in molte aree del Paese le volanti rispondono rapidamente a segnalazioni di comportamento sospetto.

Pratiche preventive concrete funzionano: installare un videocitofono, mantenere la catena o il fermo porta inseriti quando si parla con estranei, tenere ben visibili dispositivi di sorveglianza e segnalare al portierato o ai vicini episodi ripetuti sono misure efficaci. Un fenomeno che in molti notano soprattutto nelle zone residenziali: la condivisione di informazioni tra condomini riduce le probabilità di successo dei tentativi.

Se la situazione degenera o ti senti in pericolo, allontanati e cerca un luogo sicuro; se possibile registra il fatto o annota caratteristiche dell’individuo. La tecnica del “bussare alle 14” rimane una semplice forma di ricognizione, ma può essere l’anticamera di altri reati: osservare la prudenza quotidiana e coinvolgere la comunità di quartiere è la risposta più concreta che molti italiani stanno già mettendo in pratica.