Studenti italiani avanti anni luce: 8 su 10 adottano nuove tecnologie, ma i prof restano indietro

Studenti italiani avanti anni luce: 8 su 10 adottano nuove tecnologie, ma i prof restano indietro

Jessica Pisano

Novembre 28, 2025

Nelle aule si sente già un segnale nuovo: smartphone e laptop non sono più solo strumenti di studio, ma porte d’accesso a sistemi che generano testi, idee e risposte. Un report del team di Yellow Tech fotografa questa trasformazione: la cosiddetta Generazione AI è ormai parte del mondo scolastico italiano. Dallo studio emerge che l’uso della GenAI è diffuso e strutturato: lo impiega il 66% dei docenti e l’83% degli studenti, ma sotto la superficie si aprono discrepanze significative nella percezione e nell’uso quotidiano.

Il dato più sorprendente riguarda la consapevolezza degli insegnanti: il 35,6% crede che i propri studenti non ricorrano mai a strumenti generativi, una convinzione che contrasta con la realtà rilevata (il 17,1% effettivo che non li usa). Lo studio analizza come la tecnologia venga impiegata: dallo spunto per una ricerca alla verifica di risposte, dalla generazione di materiali didattici alle bozze per compiti e presentazioni. Un dettaglio che molti sottovalutano è la distanza fra intenzioni e pratiche reali: mentre il ministero dell’Istruzione suggerisce sperimentazioni controllate, nei corridoi scolastici l’attenzione rimane spesso rivolta solo agli aspetti disciplinari.

L’uso concreto in classe

La diffusione nelle scuole non è casuale: l’adozione domestica di strumenti come ChatGPT ha anticipato l’ingresso nelle aule. Tra gli studenti universitari, per esempio, l’86% dichiara di usare la GenAI per lo studio, con il 24% che la impiega quotidianamente e il 54% almeno una volta alla settimana. Tra gli strumenti più citati restano ChatGPT (66%), Grammarly e Microsoft Copilot (entrambi al 25%), con una media che supera i due strumenti diversi per studente.

Gli impieghi principali sono pratici e riconoscibili: la ricerca di informazioni è indicata dal 69% degli intervistati, il controllo grammaticale dal 42%, il riassunto di documenti dal 33% e la creazione di bozze iniziali dal 24%. Su un campione di 274 scuole italiane lo scenario si conferma: uso consistente ma anche una preoccupazione diffusa per un possibile calo nelle capacità critiche degli studenti. Un fenomeno che in molti notano solo nelle verifiche più complesse: quando si chiede analisi personale, emergono lacune che non sempre si vedono nei compiti di routine.

Le percezioni sono frammentate: gli studenti stimano con buona accuratezza l’uso dei docenti, mentre i docenti sovrastimano l’adozione tra i colleghi (si aspettano che quattro su cinque usino la GenAI, quando in realtà sono il 68%). Al contrario, gli studenti sopravvalutano quanto i compagni usino gli strumenti settimanalmente.

Studenti italiani avanti anni luce: 8 su 10 adottano nuove tecnologie, ma i prof restano indietro
Sguardi tra uomo e macchina: un simbolo dell’era AI che ridefinisce l’apprendimento e il divario generazionale nelle scuole italiane. – pardalia.it

Implicazioni e gestione nelle scuole

La GenAI non è più un elemento esterno: il decreto ministeriale del 9 agosto regola l’ingresso ufficiale della tecnologia nella scuola, ponendo l’accento su sicurezza e privacy e su un approccio che rimane antropocentrico. Questo quadro normativo è pensato per trasformare la paura in opportunità: strumenti da usare per arricchire l’apprendimento, non per sostituirlo. Un dettaglio che molti sottovalutano è il potenziale di questi sistemi per alleggerire compiti amministrativi ripetitivi, un’area che invece i docenti tendono a trascurare.

Per il personale scolastico le applicazioni non riguardano solo la didattica: il software generativo può facilitare la redazione di materiali, aiutare nella pianificazione e supportare le segreterie nella gestione dei dati. Allo stesso tempo, la preoccupazione per la qualità del pensiero critico resta viva: servono pratiche valutative diverse e formazione mirata per i docenti, così da trasformare l’uso quotidiano in strumento didattico valido. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la differenza di accesso e competenze tra istituti, che può amplificare diseguaglianze se non affrontata con politiche mirate.

In molti contesti italiani la GenAI sta ridefinendo il lavoro scolastico: non solo nuovi strumenti per studenti e insegnanti, ma anche la possibilità concreta di ridurre la burocrazia e recuperare tempo per l’insegnamento. Il risultato è una scuola che si confronta con tecnologie diffuse, con regole chiare e con la sfida pratica di trasformare l’adozione in beneficio reale per l’apprendimento.