Windows compie 40 anni: il racconto di una rivoluzione tecnologica partita da un’idea geniale

Windows compie 40 anni: il racconto di una rivoluzione tecnologica partita da un'idea geniale

Matteo Casini

Novembre 26, 2025

Un tecnico davanti a un monitor monocromatico, un dischetto infilato nel lettore e la sensazione che tutto potesse cambiare. È con quell’immagine concreta che si può raccontare l’esordio della piattaforma di Microsoft che fece il suo ingresso pubblico il 20 novembre 1985. Quel rilascio segnò il passaggio dal mondo di comandi testuali a un ambiente con finestre e icone, pensato per rendere più accessibile l’uso del computer alla grande platea di utenti e professionisti. Non fu un lancio rumoroso come quelli che si vedono in certi eventi tecnologici attuali, ma fu un punto di svolta percepibile nelle aziende e tra gli appassionati che avevano già un PC e cercavano un modo più immediato per lavorare.

Il debutto tecnico e i requisiti di partenza

Il primo rilascio pubblico era etichettato come Windows 1.01, versione che venne distribuita dopo una fase di prove interne e test con sviluppatori. Microsoft aveva diffuso in precedenza una build preliminare nota come Premiere Edition, usata per collaudare funzioni e compatibilità, ed è così che molte decisioni tecniche vennero messe alla prova prima della commercializzazione. Chi voleva provare l’ambiente grafico doveva avere sul proprio PC la Ms-Dos in versione 2.0, almeno 256 KB di memoria e un supporto di archiviazione come un dischetto a doppia faccia o un hard disk, requisiti che oggi suonano minimali ma che all’epoca costituivano una barriera per molti utenti.

Windows compie 40 anni: il racconto di una rivoluzione tecnologica partita da un'idea geniale
Windows compie 40 anni: il racconto di una rivoluzione tecnologica partita da un’idea geniale – pardalia.it

La piattaforma includeva già i driver necessari per far dialogare periferiche come schede video, mouse e stampanti, anche se la disponibilità di supporto multilingue arrivò in seguito. Un dettaglio che molti sottovalutano è che il modello di finestre non permetteva la sovrapposizione: si potevano aprire più applicazioni insieme, ma la gestione visiva era pensata per evitare confusione su schermi di piccole dimensioni. Lo raccontano i tecnici del settore: quella scelta era dettata tanto dalla limitazione hardware quanto dalla volontà di offrire una logica d’uso semplice per chi, in Italia e nel Nord Europa, iniziava a portare il PC in ufficio.

Cosa offriva e quale eredità ha lasciato

Nonostante fosse una versione d’esordio, l’ambiente includeva strumenti che oggi si riconoscono immediatamente. Tra le applicazioni integrate figuravano Paint per il disegno, la Calcolatrice per i calcoli rapidi, il Calendario per la gestione delle date e il Blocco Note per prendere appunti in modo semplice. C’era anche un Pannello di controllo che centralizzava alcune impostazioni, offrendo una modalità più intuitiva di intervenire su parametri del sistema rispetto alla riga di comando. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è quanto questi piccoli strumenti abbiano influito sulle pratiche quotidiane di lavoro in ufficio e nelle scuole, dove si iniziò a preferire l’interazione grafica alla digitazione di comandi.

Nel corso degli anni la concezione introdotta in quella versione ha guidato lo sviluppo successivo delle interfacce: molte idee tecniche e scelte di usabilità si sono evolute, ma la logica di base è rimasta riconoscibile. Un dettaglio emerso dopo tempo è la presenza di alcune curiosità nascoste nel codice, scoperte anni più tardi dagli appassionati; non è un caso che il software abbia alimentato interesse e collezionismo anche tra chi conserva ancora floppy disk e manuali d’epoca. Chi osserva l’evoluzione dei sistemi operativi in Italia e altrove nota come quella prima finestra sulla grafica abbia aperto la strada a un uso del computer più diffuso, segnando una trasformazione che si vede ancora nelle interfacce moderne.