Un neodiplomato che apre un’app e trova un credito per comprare libri, biglietti per il teatro o un corso di lingue: è questa l’immagine più concreta che porta con sé la nuova proposta della Manovra. La Legge di Bilancio 2026 introduce la Carta Valore, un sistema che riorganizza il tradizionale Bonus Cultura e mette in fila regole più chiare su chi può accedere e come può spendere il credito. La svolta è tecnica ma visibile: meno carte diverse, una piattaforma elettronica unica, e regole fiscali pensate per non gravare sulle famiglie.
Un dettaglio che molti sottovalutano: la Carta non inciderà sull’Isee e non sarà considerata reddito imponibile, una scelta che punta a conservare il beneficio netto per i beneficiari.
Come funziona la carta valore
La misura è rivolta ai giovani che conseguiranno il diploma di scuola secondaria di secondo grado a partire dall’anno scolastico 2025/2026; la Carta Valore sarà erogata l’anno successivo al diploma e potrà essere richiesta entro il compimento del 19° anno di età. Sul piano operativo, si tratta di un credito caricato su una piattaforma digitale personale: digitale, personale e non cedibile. Il finanziamento previsto per l’avvio è di 180 milioni di euro, stanziamento che coprirà le erogazioni a partire dal 2027.

L’importo definitivo non è ancora scritto nelle norme pubbliche ma le prime indicazioni parlano di una soglia intorno ai 500 euro, con la possibile introduzione di un meccanismo premiale per chi ottiene la votazione massima al diploma. La somma annuale sarà determinata con decreto congiunto tra Ministero della Cultura, Ministero dell’Istruzione e MEF, entro il 30 settembre di ciascun anno. Il credito potrà essere speso esclusivamente per beni e servizi legati alla cultura: libri, riviste digitali, ingressi a musei e mostre, biglietti per cinema e teatro, musica registrata, strumenti musicali, prodotti audiovisivi e corsi di formazione artistica o linguistica.
Restano escluse dall’uso della Carta le spese per dispositivi elettronici non riconducibili a materiale didattico, l’abbigliamento e beni di consumo non culturali. Il credito avrà validità annuale e sarà usufruibile solo presso esercizi convenzionati. In caso di utilizzo scorretto, è prevista la revoca della Carta e l’applicazione di una sanzione fino a cinquanta volte l’importo irregolare.
Transizione e impatti su consumo e servizi
La riforma cancella le due misure esistenti — la Carta Cultura Giovani e la Carta del Merito — sostituendole con un’unica soluzione semplificata. Fino al 31 dicembre 2025 le regole in vigore rimangono operative per i beneficiari già coperti dalle precedenti disposizioni; la transizione cerca di evitare sovrapposizioni e vuoti temporali nell’erogazione dei crediti. La nuova governance prevede controlli digitali più stretti e un catalogo di esercenti che aderiranno alla rete nazionale dei fornitori culturali.
Dal punto di vista economico, l’introduzione della Carta Valore offre spunti rilevanti per il settore finanziario: il flusso tracciabile dei pagamenti genererà dati utili per osservare i comportamenti di consumo dei giovani e per costruire servizi di pagamento mirati. Per gli intermediari può rappresentare un laboratorio per sviluppare soluzioni dedicate e attività di educazione finanziaria collegate alla fruizione culturale. Un fenomeno che molti notano nelle grandi città: l’interesse per corsi di lingua e musica tende a crescere nei contesti urbani e potrebbe guidare l’offerta degli operatori.
Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la possibilità di utilizzare la Carta anche per ingressi a parchi naturali e beni culturali locali, una scelta che può favorire il turismo culturale fuori dai centri maggiori. Per il sistema pubblico, la sfida sarà coordinare la piattaforma digitale con le scuole e gli enti locali, così da assicurare che il credito arrivi effettivamente ai destinatari e sia speso nei canali previsti. Restituire semplicità amministrativa e guida all’uso rimane l’obiettivo pratico: alla fine, la Carta Valore dovrà tradursi in più accesso alla cultura e in maggiore consapevolezza economica tra le nuove generazioni.
